E' il 31 dicembre 2012, sono le 11:30 e sono appena atterrato all'aeroporto Galeao di Rio de Janeiro con un volo TAM proveniente da Foz do Iguazù. Il biglietto l'avevo acquistato 3 mesi prima, sul sito della compagnia a soli 35 €, proprio per assicurarmi l'arrivo a Rio per Capodanno, non volevo perdermelo per nessun motivo al mondo!
Agli arrivi mi aspettano un mio carissimo amico Andrea e sua moglie Jessica, saliamo in macchina e ci dirigiamo verso casa dei genitori di lei attraversando il traffico Carioca, anche qui un caos totale!! Un'oretta e siamo arrivati a Sao Joao de Meriti, un comune dello stato di Rio de Janeiro.
Si tratta di un comune non molto ricco ed è bastato un giro tra le vie per rendermene conto, strade dissestate, case costruite a metà, un pò di degrado generale. Non è altamente pericoloso ma bisogna comunque tenere gli occhi ben aperti come in ogni qualsiasi altra città del sudamerica.
Dopo le presentazioni con i genitori di Jessica e aver posato gli zaini pranziamo, Riso con Fagioli neri, patate e baccalà. Da bere Guaranà, fatto con lo sciroppo, e un succo di Goiaba fresco fatto da Clesio, il padre di Jessica, buonissimo!! Dice che se ne bevi troppo ti addormenta.
Intorno alle 17 usciamo per andare a comperare qualcosa da bere in vista della serata che ci avrebbe aspettato. Entriamo in un market, il Guanabara che si trova a pochi km da casa. Come in altri mercati brasiliani mi fa molta impressione l'esposizione della carne, poco igienica per i nostri standard. Prendiamo un pò di pane e affettati misti, delle birre e in più suggerisco ad Andrea di prendere anche una bottiglia di Chachaca, un po' di menta, lime e gassosa per fare una bella Caipirinha. Rientriamo a casa e mentre Andrea prepara i panini io preparo la Caipirinha, 3 litri di Caipirinha.
La tradizione vuole che a capodanno ci si vesta di bianco, come simbolo di pace e armonia per l'anno nuovo, ma alcuni scelgono di indossare anche altri colori, giallo per soldi e prosperità, rosso per forza e passione, verde per la speranza e salute e altri ancora.
Quindi per l'occasione metto un costume bianco e una camicia verde.
Prima di dirigerci però verso Copacabana andiamo a casa di parenti, dove viene celebrata una piccola messa di buon auspicio per il nuovo anno, in pieno stile protestante con canto. Sarà che era la prima volta che assistevo ad un rito del genere, sarà che ero in modalità festa, ma mi scappavano un pò di risate, soprattutto quando guardavo quella faccia da pirla del mio amico.
Finito ci dirigiamo verso la fermata della metro dove c'è già molta gente. Saliamo sul secondo treno e dopo un'oretta arriviamo finalmente a Copacabana. Sono le 21, in Italia avevano già messo piede nel 2013. C'è una confusione assurda, sono previste 2 milioni di persone lungo i 4 km di spiaggia, numeri da capogiro. Si spinge a destra e sinistra e quasi una battaglia ma alla fine riusciamo a raggiungere uno spiazzo più libero.
Non sapevo che i cattolici protestanti non bevessero alcolici, per cui alla fine la Caipirinha era solo per me ed Andrea, 3 litri in due, beh di benzina ne avevamo a volontà per tutta la nottata.
Ci sono anche dei palchi allestiti per l'occasione dove si esibiscono diversi cantanti brasiliani, non manca nulla, passiamo le successive ore a brindare, ballare, cantare, mangiare qualche panino, fino a quando non arriva il conto alla rovescia..10 - 9 - 8 - 7 - 6 - 5 - 4 - 3 - 2 - 1 ......2013!!!!!! Happy New Year!!!!
Dall'oceano arriva lo spettacolo più bello, i fuochi d'artificio, sparati da una flotta di barche schierata a due-trecento metri dalla spiaggia, venti minuti di pure emozioni, lo spettacolo pirotecnico più famoso al mondo...
Dopo i fuochi scatta la festa, c'è grande euforia, felicità, la spiaggia si trasforma in un enorme discoteca, la musica va avanti fino all'alba, si balla persino sui balconi, c'è anche chi si fa un tuffo a mare, io vado pure.
Sarebbe stato impossibile non farlo, anche se gli altri mi dicevano che poteva essere pericoloso, non tanto per l'oceano ma per qualche delinquente. Il mare era calmo, l'acqua calda e migliaia di petali di fiori bianchi e rose rosse vi galleggiavano, alcune però con l'intero stelo e le spine.Anche questa è un'altra tradizione che i fedeli offrono al mare chiedendo che la regina del mare li protegga.
Ho fatto pure amicizia con altre persone, la Caipirinha stava facendo anche il suo effetto...Mi vengono a recuperare e dopo un'oretta decidiamo di rientrare a casa. Di nuovo coda alla metro, una roba impressionante, non ci si muove, ne approfittiamo per sederci in un'angolo e mangiare un wurstell ricoperto da una granella di.... Alle 5 arriviamo a casa, una bella bevuta d'acqua e si dorme, divano letto in condivisione con Andrea.
Intorno alle 17 usciamo per andare a comperare qualcosa da bere in vista della serata che ci avrebbe aspettato. Entriamo in un market, il Guanabara che si trova a pochi km da casa. Come in altri mercati brasiliani mi fa molta impressione l'esposizione della carne, poco igienica per i nostri standard. Prendiamo un pò di pane e affettati misti, delle birre e in più suggerisco ad Andrea di prendere anche una bottiglia di Chachaca, un po' di menta, lime e gassosa per fare una bella Caipirinha. Rientriamo a casa e mentre Andrea prepara i panini io preparo la Caipirinha, 3 litri di Caipirinha.
La tradizione vuole che a capodanno ci si vesta di bianco, come simbolo di pace e armonia per l'anno nuovo, ma alcuni scelgono di indossare anche altri colori, giallo per soldi e prosperità, rosso per forza e passione, verde per la speranza e salute e altri ancora.
Quindi per l'occasione metto un costume bianco e una camicia verde.
Prima di dirigerci però verso Copacabana andiamo a casa di parenti, dove viene celebrata una piccola messa di buon auspicio per il nuovo anno, in pieno stile protestante con canto. Sarà che era la prima volta che assistevo ad un rito del genere, sarà che ero in modalità festa, ma mi scappavano un pò di risate, soprattutto quando guardavo quella faccia da pirla del mio amico.
Finito ci dirigiamo verso la fermata della metro dove c'è già molta gente. Saliamo sul secondo treno e dopo un'oretta arriviamo finalmente a Copacabana. Sono le 21, in Italia avevano già messo piede nel 2013. C'è una confusione assurda, sono previste 2 milioni di persone lungo i 4 km di spiaggia, numeri da capogiro. Si spinge a destra e sinistra e quasi una battaglia ma alla fine riusciamo a raggiungere uno spiazzo più libero.
Non sapevo che i cattolici protestanti non bevessero alcolici, per cui alla fine la Caipirinha era solo per me ed Andrea, 3 litri in due, beh di benzina ne avevamo a volontà per tutta la nottata.
Ci sono anche dei palchi allestiti per l'occasione dove si esibiscono diversi cantanti brasiliani, non manca nulla, passiamo le successive ore a brindare, ballare, cantare, mangiare qualche panino, fino a quando non arriva il conto alla rovescia..10 - 9 - 8 - 7 - 6 - 5 - 4 - 3 - 2 - 1 ......2013!!!!!! Happy New Year!!!!
Dall'oceano arriva lo spettacolo più bello, i fuochi d'artificio, sparati da una flotta di barche schierata a due-trecento metri dalla spiaggia, venti minuti di pure emozioni, lo spettacolo pirotecnico più famoso al mondo...
Dopo i fuochi scatta la festa, c'è grande euforia, felicità, la spiaggia si trasforma in un enorme discoteca, la musica va avanti fino all'alba, si balla persino sui balconi, c'è anche chi si fa un tuffo a mare, io vado pure.
Sarebbe stato impossibile non farlo, anche se gli altri mi dicevano che poteva essere pericoloso, non tanto per l'oceano ma per qualche delinquente. Il mare era calmo, l'acqua calda e migliaia di petali di fiori bianchi e rose rosse vi galleggiavano, alcune però con l'intero stelo e le spine.Anche questa è un'altra tradizione che i fedeli offrono al mare chiedendo che la regina del mare li protegga.
Ho fatto pure amicizia con altre persone, la Caipirinha stava facendo anche il suo effetto...Mi vengono a recuperare e dopo un'oretta decidiamo di rientrare a casa. Di nuovo coda alla metro, una roba impressionante, non ci si muove, ne approfittiamo per sederci in un'angolo e mangiare un wurstell ricoperto da una granella di.... Alle 5 arriviamo a casa, una bella bevuta d'acqua e si dorme, divano letto in condivisione con Andrea.
Il giorno dopo intorno le 14 ci svegliamo, facciamo una buona colazione e usciamo in macchina. Ci dirigiamo verso Rio nella parte alta della città. Per raggiungerla si passa dal Parco Nazionale Tijuca, una foresta tropicale che è anche il bosco urbano più grande del mondo.
Ad un certo punto chiedo loro di fermarci incuriosito dalla presenza di questi alberi altissimi con dei frutti altrettanto grandi e pesanti, si trattava della Jaca o Jackfruit. Riusciamo a prenderne due con moltà difficoltà e li carichiamo in macchina, Clesio ne avrebbe ricavato sicuramente un succo.
Ci sono molti sentieri nel parco che portano a diverse cascate, o Cachoeiras come dicono da quelle parti, tra cui la Cachoeira Taunay, e in una di queste ci siamo fatti un bel bagno. Era piccolina ma l'acqua abbastanza fresca da rigenerarci visto il caldo che faceva.
Proseguiamo e andiamo verso uno delle principali attrazioni turistiche di Rio, La Vista Cinese, una vista panoramica che si affaccia sulla città, da dove poter vedere la Laguna Rodrigo de Freitas, il Cristo Redentor, il Pan di Zucchero (Pao de Acucar) e alcune spiagge. E' una vista spettacolare, si riesce a vedere anche una favelas, la Rocinha, la più grande Favelas di Rio.
Fa impressione vedere questa grande macchia con piccole case di molti colori accatastate l'una sull'altra alle pendici della montagna.
Non ci sono mezzi pubblici che arrivano direttamente qui, ma si può prendere l'autobus E08A dall'Estrada do Joao in prossimità del numero 405 in direzione Alto da Boa Vista, scendere a Rua Boa Vista in prossimità del numero 719 e da li proseguire a piedi per 5 km fino alla Vista cinese.
Per i più atletici invece si potrebbe optare per un bel giro in bicicletta. In ogni caso potete consultare il sito dei trasporti di Rio, e cercare come raggiungere i diversi punti turistici www.rioonibus.com/servicos/pontos-turisticos/.
Torniamo indietro e proseguiamo lungo l'Estrada do Redentor diretti, come dice il nome stesso, verso il Cristo Redentore. Si può salire sul cristo e raggiungere la cima del Corcovado oltre che con la macchina e con gli autobus anche con una funicolare che parte dalla Rua Cosme Velho 513.
C'è sempre un'infinità di turisti che visita ogni giorno il Cristo per cui bisogna acquistare i biglietti con anticipo onde evitare di non trovare posto sulla funicolare o fare ore e ore di fila.
Essendo le 17 e non avendo nessun biglietto abbiamo deciso di proseguire lungo l'Estrada das Paineras e fermarci in un altro punto panoramico, Mirante Dona Marte, al di sotto del quale si trova un'altra favelas.
Anche qui una vista pazzesca si apre davanti ai miei occhi, probabilmente migliore della Vista Cinese, più tranquilla e meno affollata, dove scattare un sacco di foto e lasciarsi andare tra mille pensieri. Da queste parti dicono che Gesù Cristo abbia impiegato sei giorni per creare la terra e uno per creare Rio de Janeiro.
Arriva il tramonto la città inizia ad illuminarsi e lo scenario è pieno di meravigliosi colori. Rimaniamo li un'oretta dopodiché saliamo in macchina e rientriamo a casa, passando perla città e per Lagoa, dove al centro del lago si ergeva un Albero di Natale.
ILHA GRANDE
Torniamo indietro e proseguiamo lungo l'Estrada do Redentor diretti, come dice il nome stesso, verso il Cristo Redentore. Si può salire sul cristo e raggiungere la cima del Corcovado oltre che con la macchina e con gli autobus anche con una funicolare che parte dalla Rua Cosme Velho 513.
C'è sempre un'infinità di turisti che visita ogni giorno il Cristo per cui bisogna acquistare i biglietti con anticipo onde evitare di non trovare posto sulla funicolare o fare ore e ore di fila.
Essendo le 17 e non avendo nessun biglietto abbiamo deciso di proseguire lungo l'Estrada das Paineras e fermarci in un altro punto panoramico, Mirante Dona Marte, al di sotto del quale si trova un'altra favelas.
Anche qui una vista pazzesca si apre davanti ai miei occhi, probabilmente migliore della Vista Cinese, più tranquilla e meno affollata, dove scattare un sacco di foto e lasciarsi andare tra mille pensieri. Da queste parti dicono che Gesù Cristo abbia impiegato sei giorni per creare la terra e uno per creare Rio de Janeiro.
Arriva il tramonto la città inizia ad illuminarsi e lo scenario è pieno di meravigliosi colori. Rimaniamo li un'oretta dopodiché saliamo in macchina e rientriamo a casa, passando perla città e per Lagoa, dove al centro del lago si ergeva un Albero di Natale.
ILHA GRANDE
E' stato un vero e proprio giro turistico lungo la BR101, bei paesaggi, tra cui la Costa Verde, un susseguirsi di spiagge incastonate tra una lussureggiante vegetazione. Scesi a Conceicao ci avviamo verso il porto e saliamo sulla prima barca in partenza, in genere ne parte una ogni 2 ore, costo del biglietto 15 R$.
In alternativa si può raggiungere l'isola anche da Angra do Reais o da Mangaritiba.
In meno di un'ora arriviamo sull'isola, esattamente a Vila do Abraao, il tempo non è dei migliori, ci sono nuvoloni ovunque, beh la speranza è che il tempo cambi. C'è un piccolo centro, la strada è completamente sterrata, facciamo un giro alla ricerca di un ostello, un camping o una pousada per passare la notte. Alla fine ci sistemiamo in un campeggio, Cantinho Da Ilha, quello più economico e con ancora posti liberi.
Facciamo colazione dopodiché usciamo dal villaggio e seguiamo un percorso tra la fitta vegetazione che ci porta dritti dritti ad una cascata, la Cachoeira Da Feiticeira, dove le acque si raccolgono in una piscina naturale.
Non ci pensiamo due volte e ci facciamo un bagno, ho un po' di paura, il fondo non si vede bene e non so che tipo di animale ci possa essere in quelle acque, serpenti per esempio.
Dopo una bella nuotata in queste acque continuiamo a girovagare per i percorsi che si aprono davanti a noi, fino ad arrivare a delle rovine, le Rovine di Lazzaretto, che erano inizialmente una cosa colonica fino ad essere trasformate in una prigione federale. Proseguendo più avanti arriviamo ad una spiaggia, Praia Preta, una spiaggia bella, pulita e tranquilla. Mettiamo giù i teli, facciamo due passaggi a pallone e dopo un bel bagno ci rilassiamo.
Il cielo diventava sempre più nero e alle prime gocce d'acqua decidiamo di rientrare al campeggio. Lungo la strada ci fermiamo ad un punto panoramico sulle Ilhas Do Macedo e, nonostante ci fosse maltempo, il mare aveva dei colori spettacolari.
Arriviamo in campeggio e copriamo andiamo dritti in cucina, avevamo della pasta, un po' di sugo e wurstell. Ci mettiamo ai fornelli,a avevamo veramente tanta fame. Intanto continuava a piovere, sempre più forte, andiamo a fare un check alle tende ed in entrambe c'era dell'acqua, quindi le abbiamo coperte con dei teli in plastica. Intorno alle 22, dopo una bella doccia, usciamo per andare a cenare, stava ancora piovendo intensamente, ci fermiamo in uno dei tanti ristoranti all'angolo tra Rua Da Praia e Rua Alice Kuri, dove alle spalle c'è la chiesa di Sao Sebastiano. Io scelgo un piatto misto con fagioli neri, riso, purè e pollo, gli altri una pizza e, per bere, una birra e caipirinha.
Non ricordo il nome del ristorante ma in ogni caso la comida non era stata cosi speciale, solo la caipirinha e la birra sono state promosse a pieni voti.
Continua a piovere e questo ci preoccupa sempre più, rientriamo al campeggio e in una tenda entra dell'acqua quindi, io e il buon Andrea, ci procuriamo un'altro telo per un'ulteriore copertura. Proviamo a dormire, sperando che smetta di piovere, ma la fortuna non è dalla nostra parte, piove sempre di più e non avendo dei tappetini su cui sdraiarsi iniziamo ad avvertire il freddo e l'umidità del terreno, diventa quasi impossibile dormire.
Io ci rinuncio e passo l'intera notte in cucina. Alle 6:30 gli altri mi raggiungono, piove ancora, non sembra ci sia una tregua, decidiamo sul da farsi, rimanere o andare, rimanere o andare, piove o non piove.
Mezz'ora lasciamo il campeggio, aspettando che il tempo ci dia una tregua sotto un porticato, dove su un muro vedo una lumaca gigante quasi quanto il palmo della mia mano.
Adoro la natura, volevo prenderla dal guscio e staccarla dal muro ma aveva una presa talmente forte che non ci sono riuscito, fino a quando un signore del posto, urlando, mi ha allontanato e con la sua ciabatta l'ha scagliata via e pestata con i piedi, mentre io gli dicevo di lasciarla stare. Poi mi ha spiegato che si trattava di una lumaca invasiva proveniente dall'Africa e che se l'avessi toccata sotto avrei potuto rischiare grosso, perché queste possono trasmettere un nematode che può scatenare una meningite. Sono rimasto senza parole, però mi era dispiaciuto!
Andiamo verso il molo e ci fermiamo ad un bar a fare colazione ed ammazzare il tempo prima di imbarcarci sulla prima nave. Alle 9 30 lasciamo definitivamente Ilha Grande, coperta da nuvoloni sempre più neri, e con pioggia continua. Che sfortuna, che gran peccato, avrei voluto passare almeno due giorni in modo tale da fare qualche escursione tra la vegetazione e per vedere qualche altra spiaggia, il tempo non me lo ha permesso, vorrà dire che ci tornerò un giorno.
Ma non è finita qui, scendiamo al porto di Mangaritiba e lungo la strada per raggiungere la fermata degli autobus c'è talmente tanta acqua che sembra quasi un torrente. In più non avendo nessun ombrello, ma solo qualche giornale, ci siamo bagnati completamente. Arrivati alla fermata degli autobus abbiamo atteso un pò prima di salire sul primo in direzione Itaguai, finalmente un pò di sollievo, anzi no, c'era l'aria condizionata al massimo ed essendo bagnati non ce la siamo passata bene per niente, è stata una vera e propria agonia. Quando sono sceso dall'autobus ero felicissimo. Abbiamo impiegato circa sette ore tra un'autobus e l'altro per arrivare a casa, un'infinità, quando in macchina ci si i piega in genere un'ora e mezza. Durante il viaggio e nelle salite ci siam dovuti fermare più volte in quanto le strade erano bloccate da frane.
Arrivati mangiamo qualcosa, un salgado con Refresco, una sorta di calzone farcito con wurstel e succo a tuo piacimento. Non appena abbiamo messo piede a casa, faccio subito un'altra doccia, bella calda! Ah, che libidine, si riprende a ragionare.
Il giorno dopo abbiamo preferito rilassarci per bene e solo dopo le 16 siamo usciti da casa, per andare a visitare la Favelas del Complexo de Alemao. Qui negli ultimi anni è stata creata una funicolare che copre un percorso di circa 6 km toccando 6 stazioni integrando quindi la favelas alla città. Oltre ad essere un'importante opera di sviluppo per la città rappresenta anche un'ottima occasione per i turisti di visitare l'intera Favelas dall'alto, tenendo presente che non è sempre sicuro andare entrare in una favelas.
Noi ne abbiamo approfittato e ci siamo fatti un bel giro panoramico per soli 45 centesimi di R$.
Fa un certo effetto osservare le condizioni in cui vivono i favelanti, le case sono degradate, senza finestre, senza tetto, costruite l'una sull'altra, con spazzatura ammassata di qua e di là, centinaia di colori che si mischiano tra loro.
Nelle stradine bambini che corrono felici, che giocano a calcio, che lasciano volare un'aquilone, dietro alcuni angoli pattuglie di polizia che controllano l'ordine nella favelas. Un mix di contrasti, povertà , felicità, libertà, droga, delinquenza, una vita non certamente facile, ma questa non toglierà mai un sorriso dai loro volti. Dopo un'oretta completiamo il tour panoramico e ci spostiamo a Copacabana.
Desideravo ritornarci, a capodanno con tutta la confusione che c'era è stato impossibile captarne la bellezza.
Parcheggiata la macchina sull'Avenida Atlantica andiamo sul lungomare con il suo caratteristico marciapiede su cui si susseguono onde bianche e grigie. In lontananza si vedono le onde dell'oceano, la spiaggia è a due passi, c'è un bel vento che soffia leggero sulla pelle mentre mangio dei Pop Corn al caramello. Ci fermiamo anche in qualche mercatino dove ho comprato souvenir e portachiavi per gli amici, a prezzi veramente economici.
Passiamo anche dal Copacabana Palace, il primo grande hotel del sudamerica che nel corso della sua storia ha anche ospitato i più grandi divi internazionali in visita a Rio De Janeiro.
E' stata proprio una passeggiata piacevole e tranquilla, anche se c'è da tenere gli occhi ben aperti, il mio amico mi raccontava che due anni prima lui si trovava li con sua moglie, sono andati in spiaggia e un gruppo di brasiliani li hanno avvicinati, puntato un coltello in faccia e chiesto tutti i soldi che avevano; beh dopo questa più che aperti bisogna avere 8 occhi.
Lasciamo Copacabana attraversando le strade del centro ma prima di arrivare a casa ci fermiamo ad un chiosco dove dei panini attraggono la nostra attenzione, ne prendiamo tre.
Erano dei panini farciti con wurstell, cipolline, uova di quaglia, mais, patatine chips, alcune salse, un mix esplosivo che non mi è piaciuto per nulla! Quanto mi mancava un bel panino dal paninaro di Lambrate...Arrivati a casa faccio una bella doccia e poi a letto.
BUZIOS
Il mattino seguente alle 7:30 eravamo già in cucina a far colazione, con pane, burro e marmellata, formaggio, banana da terra bollita - Cozido (in brasile ci sono diverse banane, banana d'acqua, banana d'oro, ecc) e il buon succo allo Goiaba fatto da Clesio.
Preparata una borsa termica con dei panini e acqua usciamo di casa, saliamo in macchina e ci dirigiamo verso Nord. Dopo circa tre ore abbondanti tra traffico e qualche sosta per la benzina arriviamo a Buzios. Questa località era un villaggio di pescatori che divenne una famosa località balneare dopo la visita dell'attrice Brigitte Bardot nel 1964, a cui è dedicata anche una statua.
A Buzios ci sono molte spiagge per diversi gusti, per chi ama rilassarsi, per chi ama fare sport d'acqua come kite e wind surf, per fare snorkelling per chi è naturista.
Facciamo due passi a piedi e ci fermiamo ad una spiaggia chiamata Praia Da Tartaruga, un'insenatura di sabbia bianca con acque limpide, calme e cristalline, ideale per la deposizione delle uova di alcune specie di tartarughe marine, che ha dato il nome alla spiaggia stessa. Siamo in estate e in alta stagione, quindi non è il periodo ideale per vedere qualche tartaruga, meglio a settembre-ottobre.
Fissato l'ombrellone facciamo subito un tuffo; l'acqua è fresca, rivitalizzante, l'ideale con il caldo che faceva.
Sott'acqua si riuscivano a vedere anche molti pesci, vicino agli scogli ancora di più, un luogo perfetto dove fare dello snorkelling.
Decido di fare un giro lungo la spiaggia, scattare qualche foto intorno a me, il paesaggio è meraviglioso, adoro queste spiagge incastonate nel verde selvaggio con piante di cocco, palme, rocce e altro ancora.
Sul lato sinistro della spiaggia c'è una pista forestale che va a Praia Manguinhos, mentre sul lato opposto c'è una piccola spiaggia di pietre, la cui particolarità è data dal multicolore delle stesse.
Sulla spiaggia venditori ambulanti vendono acqua di cocco e spiedini di churrasco, all'interno della vegetazione ci sono anche dei chioschi e ristoranti, dove prendere qualcosa da bere e mangiare del pesce fresco ad un prezzo un pò meno economico.
Nel tardo pomeriggio decidiamo di spostarci verso un'altra spiaggia, prima però facciamo tappa in un bar e mangiamo un sandwich accompagnata da una bella birra fresca. Prendiamo anche una granita tipica, chiamata Acar, dicono sia molto nutriente.
Saliamo in macchina, attraversiamo le vie di Buzios e parcheggiamo; proseguiamo su una stradina in salita che ad un certo punto si apre davanti un bel palcoscenico, Praia Azeda. Una piccola baia immersa nel verde, con una splendida spiaggia e una spettacolare vista sul tramonto.
Le acque sono anche qui cristalline, calme e calde, con una sabbia dorata e un mare di colore verde lime, dal quale prende il nome. Faccio due passi e sul lato destro c'è un sentiero vicino le rocce che porta alla spiaggia Azedinha, dove c'è un vecchio palazzo in stile coloniale, un punto tradizionale di Buzios.
Ci sono anche dei chioschi e delle barche ancorate vicino alla spiaggia che offrono bevande e snack. Prendiamo una caipirinha per soli 3 R$ e ce la godiamo fino all'ultima goccia.
Rimaniamo in spiaggia un paio d'ore dopodiché andiamo via, facendo una passeggiata sul lungomare Orlat Bardot, un romantico cammino che regala forti emozioni soprattutto durante il tramonto. E' proprio qui che si trova la statua di Brigitte Bardot, degna di una foto.
Intorno ci sono barche di pescatori, ristoranti per tutti i gusti e tasche, bar, negozi e molte bancarelle. Scattiamo un po' di foto con il tramonto e si torna a casa.
Allo scoccare della mezzanotte facciamo gli auguri ad Andrea, è il suo compleanno, ma non finisce cosi.
Infatti il mattino, verso le 11, Jessica ci ha portati in un posto vicino per preparare la festa del compleanno.
Sono rimasto senza parole per l'organizzazione, i genitori di Jessica avevano affittato una piccola location, noleggiato le tovaglie per i tavoli ( rosso e verdi con sedie bianche, come la bandiera italiana), chiamato un churraschista, un prete, preparato una marea di dolci, salatini, la torta il tutto con una decorazione a tema Brasile Italia, bandiere verde-oro e palloncini rossi bianco e verdi.
Anche io ho partecipato alla sistemazione della sala, ho messo ci coprisedia, ho apparecchiato i tavoli, sembrava che stessi facendo un vero e proprio servizio catering, molto divertente.
Di tanto in tanto dal frigo, con Andrea, bevevamo una birra fresca, e assaggiavamo alcuni tagli di carne che il churraschista stava grigliando, una bontà.
Intorno alle 16 inizia la festa, ognuno si serve al buffet, c'era carne, riso, fagioli, patate e molto altro ancora. Eravamo si e no una cinquantina di persone, alcuni li conoscevo, molti no. Passate un paio d'ore a mangiare, bere birra e qualche bicchiere di vodka sottobanco ( i cattolici protestanti non bevono alcolici ma qualcuno lo faceva di nascosto e ci offriva qualche short), arriva l'ora della preghiera, ed entra in scena un prete, appositamente chiamato. E' stata una bella esperienza, uno stile diverso, preghiera e canto insieme, quasi come se fossimo ad un concerto, e lui aveva pure una bella voce. Finita la parte religiosa inizia la festa vera e propria, si balla a ritmo di Samba.
Io non ero pratico, conoscevo i passi della bachata, salsa e merengues, ma non mi sono tirato indietro e ho ballato con gli altri. Era impressionante vedere donne di 50-60 anni muoversi con un'agilità spaventosa e con una leggerezza di una farfalla, e alcune donne muovevano il loro sedere che ancora oggi non riesco a crederci!
Io e Andrea iniziamo a ballare anche un po' di tarantella e ad insegnarla alle signorine, ci siamo veramente divertiti. Si fanno le 20 e c'è il taglio della torta, seguita dalle foto di rito e la festa finisce.
Torniamo a casa e con noi c'è ancora qualche familiare, beviamo qualche drink e verso mezzanotte sono di nuovo a letto.
L'ultimo giorno di Permanenza a Rio l'abbiamo dedicato ad una lunga giornata di mare. Siamo andati ad una spiaggia non troppo distante, Praia do Recreio Dos Badrirantes, a sud della città, vicino all'area dove si terranno i Giochi Olimpici 2016.
Una spiaggia lunga quasi 2 km e larghissima, di sabbia bianca, pulita, tranquilla, lontana dalla confusione di Ipanema o Copacabana, luogo ideale per rilassarsi, per fare delle lunghe passeggiate, giocare a calcio o volley e anche per fare del buon surf. Sono entrato subito in acqua e ho nuotato tra onde giganti, è stato un vero e proprio spasso, anche se ad una certa sono uscito perchè qualcuno mi diceva potesse essere pericoloso per via di qualche corrente di risacca. Lungo la spiaggia ci sono un sacco di chioschi che vendono bevande e da mangiare. Alcuni, anche brasiliani stessi, la considerano la migliore spiaggia di Rio, proprio perché pulita, tranquilla e non pericolosa.
A questo si aggiunge uno scenario magnifico, a sinistra in lontananza si vede la Pedra Da Gavea, una formazione rocciosa che si innalza sino a 900 metri, e sulla destra un'isolotto che suddivide l'oceano in due; splendide viste panoramiche degne di una cartolina.
Stava per finire l'ultimo giorno di mare, l'ultimo giorno, avrei dovuto aspettare altri 210 giorni per riassaporarne il sapore, l'odore, sentire il vento che soffia sulla mia pelle, godere dei raggi del sole, ma anche Milano iniziava a mancarmi un po'.
Il giorno dopo l'abbiamo trascorso a Sao Joao de Meriti, a fare gli ultimi regali. Per pranzo ci siamo fermati ad un ristorante Mineiro, tutto a buffet,c'era di tutto, riso, fagioli, spaghetti, carne di maiale, di pollo, formaggi vari, pane al formaggio, melanzane, patate dolci, budino, torta con dulce de lece, anguria, caffè, cachaca. Facciamo questa grande abbuffata e poi torniamo a casa per preparare le valigie.
Quest'avventura stava giungendo al termine, 24 ore mi separavano dal ritorno in Italia, dalla mia donna, dai miei amici, dal mio letto, al Freddo caralho!!!
Che dire, sono stati 25 giorni bellissimi trascorsi tra Brasile, Uruguay e Argentina, bellissimi perché ogni giorno ho avuto la fortuna di vedere qualcosa di nuovo di una realtà che è molto lontana da quella in cui sono abituato a vivere,
Come dimenticare paesaggi, il contrasto tra città moderna e favelas, il mare e la natura in simbiosi, la forza della natura nelle cascate iguazù, le tempeste che arrivano e vanno via da un momento all'altro, i sentieri percorsi, i bagni sotto le cascate, nella laguna, il cibo tipico che ho assaggiato, l'allegria, la voglia di far festa, il calore dell gente, i bambini sempre sorridenti e con un aquilone in mano...
Sono veramente contento di aver fatto questa esperienza, la partenza mi farà piangere lo so, ma ciò non vorrà dire che sarò triste, ma felice di aver conosciuto questa parte di mondo dove sono stato benissimo, mi hanno accolto e trattato come uno di loro. Il Brasile in questo non ha eguali probabilmente, c'è tanta criminalità, ma la gente comune ha veramente un cuore GRANDE, GRANDE, GRANDE!!
Un giorno tornerò, ne sono sicuro, magari per vacanza, magari
per lavoro, magari in pensione, magari per i mondiali, magari per altro..Chi lo sa!!Tornerò..
Muita Saudade!!
Passiamo anche dal Copacabana Palace, il primo grande hotel del sudamerica che nel corso della sua storia ha anche ospitato i più grandi divi internazionali in visita a Rio De Janeiro.
E' stata proprio una passeggiata piacevole e tranquilla, anche se c'è da tenere gli occhi ben aperti, il mio amico mi raccontava che due anni prima lui si trovava li con sua moglie, sono andati in spiaggia e un gruppo di brasiliani li hanno avvicinati, puntato un coltello in faccia e chiesto tutti i soldi che avevano; beh dopo questa più che aperti bisogna avere 8 occhi.
Lasciamo Copacabana attraversando le strade del centro ma prima di arrivare a casa ci fermiamo ad un chiosco dove dei panini attraggono la nostra attenzione, ne prendiamo tre.
Erano dei panini farciti con wurstell, cipolline, uova di quaglia, mais, patatine chips, alcune salse, un mix esplosivo che non mi è piaciuto per nulla! Quanto mi mancava un bel panino dal paninaro di Lambrate...Arrivati a casa faccio una bella doccia e poi a letto.
BUZIOS
Il mattino seguente alle 7:30 eravamo già in cucina a far colazione, con pane, burro e marmellata, formaggio, banana da terra bollita - Cozido (in brasile ci sono diverse banane, banana d'acqua, banana d'oro, ecc) e il buon succo allo Goiaba fatto da Clesio.
Preparata una borsa termica con dei panini e acqua usciamo di casa, saliamo in macchina e ci dirigiamo verso Nord. Dopo circa tre ore abbondanti tra traffico e qualche sosta per la benzina arriviamo a Buzios. Questa località era un villaggio di pescatori che divenne una famosa località balneare dopo la visita dell'attrice Brigitte Bardot nel 1964, a cui è dedicata anche una statua.
A Buzios ci sono molte spiagge per diversi gusti, per chi ama rilassarsi, per chi ama fare sport d'acqua come kite e wind surf, per fare snorkelling per chi è naturista.
Facciamo due passi a piedi e ci fermiamo ad una spiaggia chiamata Praia Da Tartaruga, un'insenatura di sabbia bianca con acque limpide, calme e cristalline, ideale per la deposizione delle uova di alcune specie di tartarughe marine, che ha dato il nome alla spiaggia stessa. Siamo in estate e in alta stagione, quindi non è il periodo ideale per vedere qualche tartaruga, meglio a settembre-ottobre.
Fissato l'ombrellone facciamo subito un tuffo; l'acqua è fresca, rivitalizzante, l'ideale con il caldo che faceva.
Sott'acqua si riuscivano a vedere anche molti pesci, vicino agli scogli ancora di più, un luogo perfetto dove fare dello snorkelling.
Decido di fare un giro lungo la spiaggia, scattare qualche foto intorno a me, il paesaggio è meraviglioso, adoro queste spiagge incastonate nel verde selvaggio con piante di cocco, palme, rocce e altro ancora.
Sul lato sinistro della spiaggia c'è una pista forestale che va a Praia Manguinhos, mentre sul lato opposto c'è una piccola spiaggia di pietre, la cui particolarità è data dal multicolore delle stesse.
Sulla spiaggia venditori ambulanti vendono acqua di cocco e spiedini di churrasco, all'interno della vegetazione ci sono anche dei chioschi e ristoranti, dove prendere qualcosa da bere e mangiare del pesce fresco ad un prezzo un pò meno economico.
Nel tardo pomeriggio decidiamo di spostarci verso un'altra spiaggia, prima però facciamo tappa in un bar e mangiamo un sandwich accompagnata da una bella birra fresca. Prendiamo anche una granita tipica, chiamata Acar, dicono sia molto nutriente.
Saliamo in macchina, attraversiamo le vie di Buzios e parcheggiamo; proseguiamo su una stradina in salita che ad un certo punto si apre davanti un bel palcoscenico, Praia Azeda. Una piccola baia immersa nel verde, con una splendida spiaggia e una spettacolare vista sul tramonto.
Le acque sono anche qui cristalline, calme e calde, con una sabbia dorata e un mare di colore verde lime, dal quale prende il nome. Faccio due passi e sul lato destro c'è un sentiero vicino le rocce che porta alla spiaggia Azedinha, dove c'è un vecchio palazzo in stile coloniale, un punto tradizionale di Buzios.
Ci sono anche dei chioschi e delle barche ancorate vicino alla spiaggia che offrono bevande e snack. Prendiamo una caipirinha per soli 3 R$ e ce la godiamo fino all'ultima goccia.
Rimaniamo in spiaggia un paio d'ore dopodiché andiamo via, facendo una passeggiata sul lungomare Orlat Bardot, un romantico cammino che regala forti emozioni soprattutto durante il tramonto. E' proprio qui che si trova la statua di Brigitte Bardot, degna di una foto.
Intorno ci sono barche di pescatori, ristoranti per tutti i gusti e tasche, bar, negozi e molte bancarelle. Scattiamo un po' di foto con il tramonto e si torna a casa.
Allo scoccare della mezzanotte facciamo gli auguri ad Andrea, è il suo compleanno, ma non finisce cosi.
Infatti il mattino, verso le 11, Jessica ci ha portati in un posto vicino per preparare la festa del compleanno.
Sono rimasto senza parole per l'organizzazione, i genitori di Jessica avevano affittato una piccola location, noleggiato le tovaglie per i tavoli ( rosso e verdi con sedie bianche, come la bandiera italiana), chiamato un churraschista, un prete, preparato una marea di dolci, salatini, la torta il tutto con una decorazione a tema Brasile Italia, bandiere verde-oro e palloncini rossi bianco e verdi.
Anche io ho partecipato alla sistemazione della sala, ho messo ci coprisedia, ho apparecchiato i tavoli, sembrava che stessi facendo un vero e proprio servizio catering, molto divertente.
Di tanto in tanto dal frigo, con Andrea, bevevamo una birra fresca, e assaggiavamo alcuni tagli di carne che il churraschista stava grigliando, una bontà.
Intorno alle 16 inizia la festa, ognuno si serve al buffet, c'era carne, riso, fagioli, patate e molto altro ancora. Eravamo si e no una cinquantina di persone, alcuni li conoscevo, molti no. Passate un paio d'ore a mangiare, bere birra e qualche bicchiere di vodka sottobanco ( i cattolici protestanti non bevono alcolici ma qualcuno lo faceva di nascosto e ci offriva qualche short), arriva l'ora della preghiera, ed entra in scena un prete, appositamente chiamato. E' stata una bella esperienza, uno stile diverso, preghiera e canto insieme, quasi come se fossimo ad un concerto, e lui aveva pure una bella voce. Finita la parte religiosa inizia la festa vera e propria, si balla a ritmo di Samba.
Io non ero pratico, conoscevo i passi della bachata, salsa e merengues, ma non mi sono tirato indietro e ho ballato con gli altri. Era impressionante vedere donne di 50-60 anni muoversi con un'agilità spaventosa e con una leggerezza di una farfalla, e alcune donne muovevano il loro sedere che ancora oggi non riesco a crederci!
Io e Andrea iniziamo a ballare anche un po' di tarantella e ad insegnarla alle signorine, ci siamo veramente divertiti. Si fanno le 20 e c'è il taglio della torta, seguita dalle foto di rito e la festa finisce.
Torniamo a casa e con noi c'è ancora qualche familiare, beviamo qualche drink e verso mezzanotte sono di nuovo a letto.
L'ultimo giorno di Permanenza a Rio l'abbiamo dedicato ad una lunga giornata di mare. Siamo andati ad una spiaggia non troppo distante, Praia do Recreio Dos Badrirantes, a sud della città, vicino all'area dove si terranno i Giochi Olimpici 2016.
Una spiaggia lunga quasi 2 km e larghissima, di sabbia bianca, pulita, tranquilla, lontana dalla confusione di Ipanema o Copacabana, luogo ideale per rilassarsi, per fare delle lunghe passeggiate, giocare a calcio o volley e anche per fare del buon surf. Sono entrato subito in acqua e ho nuotato tra onde giganti, è stato un vero e proprio spasso, anche se ad una certa sono uscito perchè qualcuno mi diceva potesse essere pericoloso per via di qualche corrente di risacca. Lungo la spiaggia ci sono un sacco di chioschi che vendono bevande e da mangiare. Alcuni, anche brasiliani stessi, la considerano la migliore spiaggia di Rio, proprio perché pulita, tranquilla e non pericolosa.
A questo si aggiunge uno scenario magnifico, a sinistra in lontananza si vede la Pedra Da Gavea, una formazione rocciosa che si innalza sino a 900 metri, e sulla destra un'isolotto che suddivide l'oceano in due; splendide viste panoramiche degne di una cartolina.
Stava per finire l'ultimo giorno di mare, l'ultimo giorno, avrei dovuto aspettare altri 210 giorni per riassaporarne il sapore, l'odore, sentire il vento che soffia sulla mia pelle, godere dei raggi del sole, ma anche Milano iniziava a mancarmi un po'.
Il giorno dopo l'abbiamo trascorso a Sao Joao de Meriti, a fare gli ultimi regali. Per pranzo ci siamo fermati ad un ristorante Mineiro, tutto a buffet,c'era di tutto, riso, fagioli, spaghetti, carne di maiale, di pollo, formaggi vari, pane al formaggio, melanzane, patate dolci, budino, torta con dulce de lece, anguria, caffè, cachaca. Facciamo questa grande abbuffata e poi torniamo a casa per preparare le valigie.
Quest'avventura stava giungendo al termine, 24 ore mi separavano dal ritorno in Italia, dalla mia donna, dai miei amici, dal mio letto, al Freddo caralho!!!
Che dire, sono stati 25 giorni bellissimi trascorsi tra Brasile, Uruguay e Argentina, bellissimi perché ogni giorno ho avuto la fortuna di vedere qualcosa di nuovo di una realtà che è molto lontana da quella in cui sono abituato a vivere,
Come dimenticare paesaggi, il contrasto tra città moderna e favelas, il mare e la natura in simbiosi, la forza della natura nelle cascate iguazù, le tempeste che arrivano e vanno via da un momento all'altro, i sentieri percorsi, i bagni sotto le cascate, nella laguna, il cibo tipico che ho assaggiato, l'allegria, la voglia di far festa, il calore dell gente, i bambini sempre sorridenti e con un aquilone in mano...
Sono veramente contento di aver fatto questa esperienza, la partenza mi farà piangere lo so, ma ciò non vorrà dire che sarò triste, ma felice di aver conosciuto questa parte di mondo dove sono stato benissimo, mi hanno accolto e trattato come uno di loro. Il Brasile in questo non ha eguali probabilmente, c'è tanta criminalità, ma la gente comune ha veramente un cuore GRANDE, GRANDE, GRANDE!!
Un giorno tornerò, ne sono sicuro, magari per vacanza, magari
per lavoro, magari in pensione, magari per i mondiali, magari per altro..Chi lo sa!!Tornerò..
Muita Saudade!!
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