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mercoledì 12 dicembre 2012

Quattro giorni a Buenos Aires, la città del Tango


Avevo pianificato il mio arrivo a Buenos Aires per il 24 dicembre in modo tale da festeggiare Natale in famiglia, anche se non conoscevo nessuno dei miei parenti e per fortuna, tranne il piccolo imprevisto a Porto Alegre, sono riuscito a rispettare la tabella di marcia. Il biglietto l'avevo acquistato di conseguenza nel mese di agosto direttamente dal sito online della compagnia Buquebus,, www.buquebus.com, optando per la soluzione più economica con scalo a Colonia, 630 pesos argentino, l'equivalente di 65 € più o meno. 
Partito con un'autobus alle 23:50 da Punta Del Este, intorno alle 4 del mattino arrivo al Porto di Colonia dove per prima cosa si fanno le opportune procedure per il passaggio del confine. Era molto strano pensare che un semplice vetro rappresentasse la linea di confine tra due Stati!! Avrei voluto comprare qualcosa da mangiare ma non avevo soldi liquidi in tasca e l'unico bar presente non accettava carte di credito, quindi l'ho passata con qualche bustina di zucchero del bar stesso.
Salgo su una grande nave della stessa compagnia e alle 5:30 salpiamo, tra le acque del Rio della Plata, direzione Buenos Aires. Riesco a dormire giusto un paio di ore, ma la luce dell'alba mi spinge ad andare sul ponte della nave, dove un leggero vento accarezza la mia pelle e i raggi del sole riflettono sui grattacieli della città che svettano in alto, proprio una bella vista.
Alle 07:40 arrivo al Porto De Darsena Norte dove ad 
attendermi ci sono mio cugino Pablo e il padre, Vincenzo, è la prima volta che ci incontriamo. Saliamo in macchina e andiamo dritti a casa loro, passando per i vialoni della città tra cui l'Avenida Rivadavia, il viale più lungo del mondo, 37 km. Loro vivono nella Matanza, un dipartimento della provincia di Buenos Aires, esattamente a Ramos Meja, pieno di emigranti italiani che vivono li da più di 50 anni. Buenos Aires è una delle città più grandi del sudamerica e la sua provincia è veramente enorme, basti solo pensare che ha una superficie superiore a quella di tutto il territorio dell'Italia.
Dopo  un'oretta arriviamo a casa e mi lascio coccolare dai parenti a suon di brioches, biscotti, caffè e Mate, non mangiavo dal pomeriggio precedente, avevo proprio fame. Passiamo un paio di ore a parlare della famiglia, dell'Italia, del mio viaggio dopodiché pranziamo, anche qui non mi lascio a complimenti e faccio bis di pasta, carne, insalata e macedonia, tutto accompagnato da qualche bicchiere di buon vino rosso.
Pablo mi accompagna nell'appartamento, ancora in costruzione, dove avrei dormito per quei 7 giorni, sistemo gli zaini e riposo un po'. Intono alle 20 mi sveglio, faccio una rigenerante doccia fredda (il boiler non era ancora stato installato), mi vesto e vado dagli altri, dove conosco l'intera famiglia, cugini, zii, con le rispettive famiglie. Iniziamo a conoscerci meglio tra uno spagnolo improvvisato e calici di birre mentre qualcun'altro, Pasquale, inizia a fare un'enorme grigliata di carne!! Ci sediamo a tavola e inizia la grande abbuffata, carne di diversa origine e tagli a non finire, vino rosso e birra, dolci e altro ancora.
Scocca la mezzanotte, è Natale, cenone all'aperto, 35°, camicia sbottonata, pantaloncini e infradito!! Un'atmosfera surreale per me, sono abituato a passarlo chiuso in casa, con la legna che brucia nel camino, con cenone a base di pesce, il presepe e l'albero addobbato con i regali sotto, il freddo rigido che percepisci non appena apri un poco la finestra, la neve quando nevica, la grappa, gli amari....
Non è cosi ma ci si scambia gli auguri ugualmente con un brindisi di spumante, questo è qualcosa di familiare e, i bambini scendono giù nelle strade a sparare piccole bombette e girandole. Alle 6 del mattino, dopo aver bevuto anche qualche mate con Pablo, metto piede finalmente nel mio letto, ero esausto e pieno, mi avrebbe aspettato una lunga dormita.

Passata gran parte della giornata successiva ancora a tavola con la parentela, nel tardo pomeriggio Diego, soprannominato 'Lo Storto', un po' come dire lo svitato, mi porta a fare un giro tra le strade della Ramos Meja con la sua 128, con motore modificato. E' incredibile vedere lo stato in cui versano le strade, ci sono delle buche che sembrano crateri e altrettanto incredibile è la guida, c'è poco rispetto delle precedenze, degli stop, delle strisce pedonali e limiti di velocità, e questo l'ho potuto vedere in prima persona con mio cugino al volante, avevo iniziato a capire perché lo chiamavano 'Storto'.

Il giorno dopo sono invitato al ristorante di Pasquale, 'El Pamperito', aperto da più di 30 anni, si trova sulla Juan Domingo Péron 2169 San Justo, di fronte l'Università Nazionale Della Matanza. All'interno del ristorante l'occhio cade subito su una griglia enorme (Parrilla) con due operatori e, una grande quantità di carne. E' piccolo ma sempre pieno di gente seduta in sala e gente che fa la fila per il take away, tantè che Pasquale mi dice che ha clienti fissi da molti anni che in pratica vanno tutti i giorni; che salute di ferro devono avere!!
Mi fanno accomodare e mi portano una birra, Guilmes, dopodiché mi fanno assaggiare due Empanadas, (fagottini di pasta a forma di mezzaluna ripieni di carne) poi Bife de Costilla (Costata di manzo), Pechite de Cerdo (Costine di maiale) e Callos de Ternera (trippa di vitello), tutto accompagnato da diverse salse piccanti e non e, per concludere patatine e un'insalata. Non ho mai mangiato carne cosi buona, cucinata benissimo, saporita e tenera, ecco perché El Pamperito riscuote ancora successo a Ramos Mejia. Sono proprio fortunato ad avere dei parenti ristoratori!! Consiglio quindi a chiunque si trovasse da queste parti di fare un salto al Pamperito, ne vale proprio la pena.
Finito l'ottimo pranzo rientro a casa, sento la cugina di un mio carissimo amico, Belen, che vive a Buenos Aires e mi avrebbe portato in giro a vedere qualcosa di bello. Ci diamo appuntamento per le 17:30 all'incrocio tra l'Avenida 9 De Julio e l'Avenida  Belgrano.
Per spostarmi ho usato il Colectivo, ovvero gli autobus urbani che funzionano 24 ore su 24 e, grazie al sito online www.omnilineas.com/argentina/buenos-aires/city-bus/, inserendo luogo di partenza e arrivo, è stato molto semplice trovare le linee corrispondenti, che passano tutte per l'avenida Rivadavia. Il costo del biglietto varia tra 1 e 2 pesos a seconda della distanza da percorrere e si paga direttamente sull'autobus, quindi molto economico.
Dopo un'abbondante mezz'ora arrivo a 9 De Julio dove incontro Belen, tempo di conoscerci e ci spostiamo verso i luoghi più rinomati di Buenos Aires.
Saliamo lungo l'avenida 9 De Julio, una delle arterie principali del centro di Buenos Aires. Facciamo giusto un centinaio di metri e troviamo il Teatro Colòn, uno dei primi cinque teatri al mondo per le opere liriche e avente più di 100 anni. E' talmente grande che si affaccia anche sull'avenida parallela e su Plaza De Vaticano.
Proseguiamo lungo l''avenida fino ad arrivare all'incrocio con l'avenida Corrientes, nella Plaza de la Repubblica, dove s'innalza il famoso Obelisco, uno dei simboli di Buenos Aires, monumento nazionale, alto circa 70 m, eretto per festeggiare il quarto centenario della fondazione della città.
Plaza de la Republica è veramente grande, circondata da enormi palazzi, ed oltre ad ospitare l'obelisco rappresenta uno snodo fondamentale per il traffico della città, cosa che si può notare immediatamente.
Andiamo  nell'avenida Corrientes e
non posso fare a meno di notare molti altri teatri, tra cui il Teatro Nacional, il Teatro Gran Rex e l'Opera Allianz, questi ultimi due uno di fronte all'altro. Non per niente Buenos Aires è considerata una delle capitali mondiali del teatro e c'è da dire anche che è grande l'amore e la partecipazione da parte degli abitanti stessi.
Arriviamo all'incrocio con la Calle Florida, dove inizia un'area pedonale, una vera e propria via dello shopping lunga qualche chilometro, piena di negozi, di turisti e impiegati per la vicinanza al quartiere finanziario. E' una delle principali attrazioni turistiche della città e alla sera quando il ritmo diventa blando la strada si riempe di artisti di strada, tra cui non possono di certo mancare dei ballerini di tango. Abbiamo avuto la fortuna di assistere ad un'esibizione ed ero talmente emozionato che mi è venuta la pelle d'oca.
Salendo più su infine abbiamo fatto un giro alla Galerias Pacifico, un centro commerciale con ristoranti e negozi di marchi mondiali, che si trova all'interno di un'edificio molto elegante con diversi affreschi nel soffitto.  Lasciamo il centro e prendiamo l'avenida Cordoba, che ci porta dritti dritti a Puerto Madero, il quartiere più nuovo di Buenos Aires, sembra proprio di essere in un'altra città. E' un quartiere in cui l'atmosfera è resa ancora più affascinante grazie alla presenza del fiume con il Puente de la Mujer, con grattacieli nuovissimi sullo sfondo e ristoranti d'autore, clima ideale cenare o bere qualche drink con vista sul quartiere. Il ponte della Donna fu progettato con l'intento di raffigurare una coppia che balla il tango, un uomo che sostiene una donna mentre si piega all'indietro, nella classica figura del casquè.

Ci sediamo in uno dei tanti locali sulla darsena e prendiamo qualcosa da bere, godendoci un pò di meritato relax. Si fa buio e rientriamo, prendo l'autobus numero 2 che mi porta a Ramos Mejia.

Il mattino seguente faccio un giro a Ramos Mejia, accompagnato da Vincenzo il padre di famiglia che difficilmente mi lasciava solo, avendo timore per via della delinquenza che c'è. Mi faceva molto senso ogni qual volta mio cugino mi diceva 'ricordati che qui siamo al 3° Mondo', poche parole che avevano un peso specifico molto alto e che mi portavano ad avere sempre gli occhi aperti, fin troppo aperti. Mi hanno raccontato anche che a volte non ci si può fidare nemmeno della polizia stessa perché corrotta e, di non salire mai su un taxi che si ferma davanti a te senza che tu lo abbia chiamato prima. Tutte le case del quartiere inoltre sono protette con barre di ferro sulle finestre, nei garage, per evitare furti che qui sono all'ordine del giorno. Eppure nelle strade non circolano macchine cosi nuove, anzi sono abbastanza datate come potete vedere.
Continuiamo il nostro giro e io trovo quello che volevo, il Mate (recipiente in legno) e la bombilla (cannuccia di metallo) con cui bere l'Erba Mate, lo voglio portare a casa. Prima di utilizzarlo mi raccomandano di lasciarlo il giorno prima con la yerba e acqua calda in modo tale che prenda il gusto della yerba ed elimini quello del legno. Finito questo piccolo tour mattutino, rientriamo a casa e pranziamo, un bel piatto di spaghetti finalmente.
Il pomeriggio l'ho passato interamente in camera, lontano dal caldo afoso, ad aggiornare il mio diario di viaggio agli ultimi giorni trascorsi, cosa che facevo in genere ogni sera prima di dormire, e con il mio primo Mate.
La sera sono stato invitato da altri parenti fuori a cena e mi hanno portato in un ristorante di Pescado (pesce), il Contigo Perù, sulla Calle Echeverria nel quartiere di Belgrano. Loro vengono qui quasi ogni weekend, perchè si mangia benissimo e non è troppo costoso.
Zuppa di pesce, gamberi, riso, frittura mista, gamberoni, tutto molto squisito e accompagnato da un buon vino bianco. Consiglio a tutti questo ristorante peruviano se volete fare una buona mangiata di pesce fresco. Finito di cenare facciamo un giro per le vie di Palermo e prendiamo un gelato, io prendo Dulce de Leche e Ciocolato Blanco.


Mi alzo al mattino verso le 12 e dopo aver pranzato Vincenzo mi accompagna al Terminal Retiro, dove acquisto il biglietto per la tappa successiva, Le Cascate Iguazu, biglietto di cui avevo fatto la prenotazione in anticipo sul sito online della compagnia Crucero del Norte onde evitare di non trovare nulla visto il periodo di alta stagione e festività. Dopo aver concluso questa operazione lascio Vincenzo e prendo l'autobus n° 2 diretto all'obelisco dove avrei incontrato nuovamente Belen. Decidiamo di andare a visitare il quartiere de La Boca prendendo l'autobus n°53 che ci lascia all'Avenida Don Pedro de Mendoza.
La Boca è un quartiere che conserva ancora costruzioni e architetture coloniali e fu popolata soprattutto da immigranti genovesi che le hanno dato l'aspetto attuale.
A pochi passi troviamo 'Il Caminito', un'altra  mete turistica di Buenos Aires, caratterizzata da edifici con facciate di diversi colori. Fu merito del Pittore Benito Quinquela Martin che si ispirò allo stile originale delle case popolari (conventillos), ridando vita a questa via dipingendola con gli scarti delle vernici usate per le imbarcazioni che transitavano nel Rio Matanza Riachuelo. Nella zona inoltre ci sono numerosi ristoranti, locali, negozi e molti artisti di strada, che la rendono l'atmosfera ancor più bella e viva.
Facciamo una passeggiata lungo il Rio Matanza che si trova li a due passi, e Belen mi fa notare quanto sia inquinato, infatti e tra i primi fiumi più inquinati al mondo, nulla da perdere quindi. Saliamo giusto sul Puente Nicolas Avellaneda per scattare qualche foto.
Essendo appassionato di calcio mi sarebbe piaciuto andare a visitare lo stadio del Boca Junior, 'La Bombonera', ma la polizia ci ha fermati dicendo che era tardi (18:30) e che era pericoloso stare in zona per i turisti, messaggio recepito al volo e andiamo via. Prendiamo l'autobus 29 che ci porta al quartiere Palermo, dove facciamo tappa al Centro Commerciale Alto Palermo, per mangiare qualcosa.Io ordino un risotto con funghi e carciofi e un buon bicchiere di vino bianco. Palermo è il quartiere più grande di Buenos Aires con case molto eleganti dove vive la classe medio alta della città.
 Si può suddividere in altri sotto 
quartieri, come Palermo-Holliwood, Palermo-Soho, Palermo-Alto, Palermo-Veijo. 
Finito di cenare prendiamo la metro, la Subte e, raggiungiamo altri amici e mio cugino Pablo con cui passiamo una bella serata in una tranquilla discoteca di Buenos Aires, tra musica commerciale e Cumbia. Rientriamo a casa verso le 6 del mattino e prima di riposare preparo gli zaini per il giorno stesso.

Alle 11:15 suona la maledetta sveglia, cosi presto, solo quattro ore di sonno, eppure devo alzarmi, quindi sfrutto la doccia gelata e in 15 minuti sono pronto. Faccio una colazione abbondante e poi rimango su con i parenti a fare due chiacchiere, le ultime, mi fanno anche un pensierino, una pergamena in pelle con disegnato il territorio dell'Argentina, molto molto bella.
Verso l'una vado via, accompagnato da tutti, Beatriz, Pablo e Vincenzo, un'oretta di macchina, l'ultima traversata sulla Rivadavia e arriviamo al Terminal Retiro. Una stazione molto grande che si trova sull'Avendida del Libertador, a due passi da Puerto Madero. Controllo il gate di partenza del mio autobus e andiamo li ad attendere.
Alle 14:30 arriviamo ai saluti che sono sempre tristi, ma questa volta un po' meno perché ero felice, felice di aver conosciuto dei familiari cosi bravi e gentili che mi hanno trattato come un figlio, come un fratello, sono stato veramente bene con loro. Ci salutiamo augurandoci il meglio e di rivederci presto.
Salgo sull'autobus della compagnia Crucero del Norte, mi avrebbero atteso più di 20 ore di viaggio per raggiungere le Cascate Iguazu.

Cosa dire di Buenos Aires, una città incantevole, accogliente, ricca di storia e di colore, caotica e dalle mille sfaccettature, ricca, moderna e pulita in alcune zone, povera, fatiscente e pericolosa in altre. Una città viva, divertente, luminosa, dove si può trovare dell'ottimo cibo ovunque, con molte attività culturali, centri commerciali per fare shopping e con trasporti pubblici economici e facili da utilizzare. Una meta turistica a mio avviso perfetta, a cui non manca proprio nulla, che merita senz'altro di essere visitata.

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