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venerdì 6 dicembre 2013

Istanbul, la città tra Oriente ed Occidente

Era il 5 dicembre 2013 quando mi trovavo all'aeroporto di Milano Malpensa ad attendere il volo effettuato dalla compagnia Pegasus che mi avrebbe portato ad Istanbul.
Partito alle 14:10, dopo circa tre ore di buon viaggio, con tanto di pranzo, arrivo all'aeroporto Internazionale Sabiha Gokcen. L'orologio locale diceva 18:02, il mio 17:02, infatti c'è da mandare le lancette di un'ora avanti per via del fuso orario.
Una volta ottenuto il visto per l'ingresso, mi avvio alla ricerca di un'autobus per raggiungere la città. Di fronte agli arrivi sono parcheggiati più autobus della compagnia Havatas (www.havatas.com) , che effettuano trasporti dai principali aeroporti verso la città e viceversa. Dal loro sito internet è possibile anche controllare gli orari. Una cosa importante da sapere, soprattutto nel caso doveste spostarvi dalla città verso l'aeroporto, meglio anticipare di qualche ora la partenza, perché l'autostrada E6 è un'arteria estremamente trafficata e negli orari di punta i tempi di percorrenza possono dilatarsi in maniera consistente, anche 2-3 ore.
In alternativa potete anche prendere una navetta, sempre con la compagnia Havatas, che vi lascia al porto di Kadikoy e da qui prendere un traghetto per Eminomu, nella parte bassa di Sultanhamet, che impiaga quasi 45 minuti. E' una soluzione veloce e conveniente, anche un modo per ammirare la città dal mare.
Per chi invece atterrasse all'Aeroporto Ataturk oltre agli autobus Havatas può prendere comodamente la Metro, che in mezz'ora porta in centro. Stessa cosa anche per chi arrivasse con un'Autobus e scendesse all'Otogar Buyuk, da li può prendere l'omonima metro che è a due passi e raggiungere il centro molto facilmente.
Dopo circa un'ora e mezza di autobus (14 TL, 5 €) arriviamo nella piazza Taksim, da qui seguendo quello che avevo studiato a casa, attraverso la piazza e proseguo per un vialone, Cumhuriyet Cadde, poi Halaskargazi Cadde, lungo i quali vi sono un'infinità di negozi alimentari, ristoranti, negozi di abbigliamento ecc. Erano quasi le 21 e avevo un certo languorino, mi fermo e mangio il primo kebab turco e subito dopo acquisto un succo di melograno spremuto sul momento, veramente buono.
Arrivato finalmente al quartiere Sisli, dove c'è l'omonima fermata della metro, trovo il condominio dove viveva la mia ragazza sulla 19 Mayis Cadde, una zona piena di palazzi altissimi e qualche grattacielo. Salgo su per abbracciarla e riposarmi.


Il giorno dopo intorno alle 10 esco di casa e scendo giù in piazza Taksim. E' una piazza veramente enorme considerata il cuore pulsante di Istanbul, piena di ristoranti, negozi e alberghi. In mezzo alla piazza si trova il Monumento della Repubblica, che commemora l'istituzione della Repubblica Turca nel 1923, un po' più defilato troviamo invece il Parco Gezi, un piccolo parco urbano.
Essendo appassionato di calcio avrei voluto vedere gli Stadi delle più famose squadre turche, quindi faccio il primo salto in metro e nel giro di mezz'ora riesco a raggiungere facilmente la Turk Telecom Arena, ovvero lo stadio del Galatasaray.
Da li a pochi giorni lo stadio avrebbe ospitato la partita di ritorno dei quarti di finale di Champion's League tra Galatasaray e Juventus, ed essendo io milanista ne ho approfittato per fare qualche foto e mandarla ai miei amici juventini per portargli sfiga.
Dopo aver fatto un giro nei dintorni dello stadio cercavo qualcuno a cui chiedere informazioni su come raggiungere lo stadio del Fenerbache, chiedo ad un ragazzo, questo mi guarda male, era un tifoso del Galatasaray, rivali da sempre con il Fenerbache.
Alla fine però è stato simpatico, mi ha spiegato come fare, ma trovandosi sul lato asiatico ci avrei impiegato un bel po' e quindi ho abbandonato l'idea.
Rientro in piazza Taksim e da qui proseguo per la Istiklal Caddesi, una lunga strada pedonale di circa 3 km nel quartiere più moderno di Istanbul, Beyoglu. E' la passeggiata più famosa della città con ai lati palazzi costruiti in diverso stile architettonico, frequentata ogni giorno da migliaia di persone, dove lo shopping la fa da padrone, piena di negozi, boutique, bar, gelaterie, consolati, ristoranti, bazar, gallerie, cinema, librerie, banche e altro ancora.
Lungo lo stesso viale si sviluppa anche la linea del famoso Tram Rosso,  il Tram Nostalgico, che collega Tunel a Piazza Taksim. Nei pressi di Tunel è possibile visitare la seconda stazione metropolitana interrata più antica al mondo, dopo quella di Londra. Questa collega i quartieri Beyoglu e Karakoy (Galata).
Incominciavo ad aver fame e mi fermo in un ristorante, prendo un panino con pesce, pomodori, cetrioli, insalata e per bere il primo Chai, il Tè Turco.
Fatto lo 'spuntino' riprendo a camminare fino a quando mi trovo di fronte alla Torre Galata, una torre medievale in pietra alta circa 70 metri. C'è la possibilità di entrare e salire su fino all'ottavo piano, dove c'è anche un ristorante e una terrazza che offre una vista panoramica sulla città. Il prezzo era 20 Lire Turche, quasi 10 €, per cui ho deciso di non salire.
Andando più avanti inizio ad intravedere il mare, a sentire il profumo di salsedine, il vento che si alza.
Mi fermo di fronte un venditore ambulante e visto che non avevo mangiato il dessert ne acquisto uno qui, un' Osmanli Tulumba, un dessert Ottomano simile ad una frittella, croccante e ricoperto da una glassa di acqua e zucchero con granelli di cocco, veramente buono.  Un centinaio di metri e mi ritrovo sul Galata Koprusu ossia il Ponte di Galata, che unisce, a cavallo del Corno D'Oro, la vecchia Istanbul a quella moderna.
Questo ponte offre da ambo i lati uno scenario spettacolare con vista sul Bosforo, sulla Torre Galata e sulle moschee della città vecchia. Migliaia di persone da tutte le parti del mondo lo attraversano, turisti, cittadini e venditori ambulanti oltre a tantissimi pescatori impegnati con le loro canne a tirar su qualche pesce, anche per ore ed ore.
Tutto questo arricchito dai rumori delle auto, dei pescatori, dei venditori, delle moschee con i loro canti religiosi, un'atmosfera unica.

A metà altezza del ponte si trovano delle scale che portano nella parte sottostante, dove decine di ristoranti, di bar servono bevande e piatti tipici locali, kebab, pesce fresco, panini con sgombro e dove è possibile fumare anche al Narghilè.
Arrivato in fondo al ponte sul lato sinistro si erge la Yeni Cami, o Moschea Nuova, una moschea imperiale ottomana.
Dall'esterno non sembrerebbe cosi bella ma decido di andare a visitarla ugualmente. Entro nel cortile interno dove in mezzo c'è un'antica Fontana rituale, per le abluzioni precedenti alla preghiera.
Prima di entrare all'interno, tolgo le scarpe e le pongo in un sacchetto che viene consegnato li all'ingresso, questo perché i pavimenti di tutte le moschee sono coperte da tappeti e per tenerli puliti si cammina scalzi.
E' possibile ammirare la notevole bellezza della maioliche di Iznik, belle le pareti riccamente decorate con marmi scolpiti,  i tappeti a dir poco straordinari, di notevole bellezza anche il cupolone.
Finito di visitare la Moschea attraverso nuovamente il ponte e mi dirigo verso nord, avrei voluto vedere il Bosforo da vicino, pensando non fosse molto lontano.
In pratica ho camminato lungo la Kemeralti Cadde e la Meclis-i Mebusan Cadde, due vialoni che si susseguono veramente grandi.
Ho visto qualche altra moschea tra cui la Nusretiye Camii, solo dall'esterno, e poi mi sono fermato davanti ad una scalinata particolare, la Sali Pazari Yokuşu. I gradini della lunga scalinata erano interamente dipinti con diversi colori, tipo arcobaleno, un'idea che venne in mente ad un'ingegnere pochi mesi prima del mio arrivo, un'azione per illuminare e rendere più bello il paesaggio e l'obbiettivo era stato certamente raggiunto.
Oltre a questo la scalinata è anche diventata una meta turistica, infatti sono tante le persone che durante l'anno vanno fin lì per fotografarla e farsi qualche selfie. Andando più avanti passo di fronte alla Minan Sinam University fino ad arrivare ad un parco, Findikli Parki, dove anche qui sul lungo mare ci sono diversi pescatori. C'è anche un'ottima visuale sulla parte orientale della città e sul ponte sul Bosforo.
Avrei voluto sfruttare qualche raggio di sole ma non è stato possibile in quanto il vento li era più forte a tal punto che, essendo anche dicembre, faceva veramente freddo.

Proseguo per qualche centinaio di metri fino al complesso del Dolmabahce Sarayi, dov'è al suo interno c'è il più grande palazzo reale della Turchia, costruito in Stile Barocco, Rococo e Neoclassico insieme all'architettura Ottomana. E' stata la base principale dell'impero Ottomano dal 1856 al 1922 nonché residenza del primo presidente Ataturk.
La sua bellezza la si può già captare non appena si mette piede all'interno del cortile, con un verde ben curato dove, nel mezzo si erge la Torre dell'orologio, Dolmabahce Saatkulesi, costruita in stile neobarocco, ed in fondo si aprono le porte d'ingresso al Palazzo Reale, di una incantevole bellezza. 
L'ingesso all'interno del palazzo è pero a pagamento e dalle 9 alle 16, esclusi il lunedì e giovedì, e da quanto letto pare valga proprio la pena vederlo, alcuni paragonano le sue camere a quelle di Versailles. Essendo già le 16 passate non potevo più entrare e quindi continuo per la mia strada, arrivo ad un grosso incrocio e sulla sinistra vedo uno stadio, era lo stadio del Besiktas.
Seguo le indicazioni fino a ritrovarmi davanti un grosso cancello dove uscivano camion e ruspe, lo stadio era stato praticamente smantellato in quanto in via di rinnovamento. A questo punto decido di rientrare a casa, faceva piuttosto freddo e i miei piedi iniziavano a sentir la stanchezza.

Il mattino seguente avevo intenzione di vedere il Bosforo finalmente, quindi orientandomi un po' con la cartina e guardando in lontananza il ponte stesso, mi sono addentrato nelle vie al di sotto del quartiere Sisli.
Dopo un po' mi trovo a Nisantasi, un quartiere residenziale elegante, uno dei migliori dello shopping di Istanbul, con molti negozi delle migliori marche, Prada, Gucci, Chanel, Tom Ford ecc. (Abdi Ipkeci Cadde), alberghi lussuosi, molti ristoranti di livello e bar caffè veramente carini. Ci sono fondamentalmente 5 strade principali in cui si sviluppa questa shop area e sono Rumeli Cadde, Vali Konagi Cadde, Atiye Sk e Tesvikiye Cadde e Abdi Ipkeci Cadde.
Scendendo ancora lungo quest'ultima e costeggiando il Macka Parki fino a prendere la Suleyman Seba Cadde, entro nel entro nel vivo del quartiere Besiktas, un quartiere fiorente, vibrante che si sviluppa in tante stradine che si intrecciano tra loro, ritmi frenetici, tantissima gente, lavoratori, studenti, turisti, negozi di tutti i generi, mercati di frutta e verdura, pesce, ristoranti e tanti bar.

Passeggiare a Besiktas significa anche incontrare bandiere bianco-nere in ogni angolo, con ogni locale e ristorante che ci tiene a mostrare il proprio tifo. Più avanti, all'angolo con la Masukar Yokusu troneggia il simbolo di Besiktas, un'aquila.
Proseguendo dritto arrivo ad un grosso piazzale, Besiktas Meydani che si affaccia sul Bosforo e da dove si snodano tutte le strade principali. In lontananza vedo il ponte quindi viro a sinistra e continuo a camminare.
Dopo una buona mezz'ora fatta sulla Ciragan Caddesi, un grosso vialone alberato lungo il quale si trovano lo Yildiz Parki, il Cirigan Palace e il Galatasaray Liceum, raggiungo un'altro quartiere, Ortakoy,  il più multietnico della città, dove convivono oltre ai turchi armeni, greci ed ebrei.
Anche qui ci sono molte stradine interne, alcune veramente carine, dove si possono trovare un gran numero di bar, di ristoranti, di venditori ambulanti, negozi  e locali notturni.
Cammino ancora e mi trovo all'interno di una piccola piazzetta con un bel mercatino dell'artigianato e, davanti ad essa si ergeva la famosa moschea Ortakoy Cami, costruita in stile neogotico.
Non è paragonabile all'immensità della moschea di Santa Sofia o della mosche Blu, ma ha una vista spettacolare sulle acque del Bosforo. A questo punto, vedendo il ponte a due passi, decido di salire su in collina pensando che il ponte fosse accessibile anche a piedi, ma cosi non è, quindi mi sono accontentato solo di scattare qualche foto dall'alto.
Scendo giù e mi accorgo che il mio stomaco iniziava a brontolare, quindi faccio prima tappa in un negozio che vendeva degli spiedini cozze impanate e con una salsa sopra, una vera bontà, dopodiché mi fermo in un bar per mangiare qualcosa di serio e dissetarmi con una buona birra, accompagnata come vuole l'usanza da uno short di Raki un'acquavite aromatizzata all'anice considerata una bevanda nazionale.
Finito il pranzo riprendo la strada, tirando fino al ponte Galata, circa 6 km a piedi. Ho impiegato quasi un'ora e mezza, ero stanchissimo, ma ne valeva la pena, adoro camminare e osservare ogni minimo particolare di un posto che visito, particolari che magari in auto o con i trasporti pubblici non potrai mai notare.
Arrivato sul ponte non posso altro che essere abbagliato dai colori che le luci della città emettono e che si riflettono sulle acque del mare, un mix di odori saltan fuori da tutti i ristoranti e dalle bancarelle sulle strade, è un'atmosfera incredibile. Scendo nella parte inferiore del ponte e capisco che è arrivato il momento di mangiare il 'Balik Ekmek', per soli 6 TL, ovvero quel panino con pesce, un classico da queste parti da non lasciarsi sfuggire. Era veramente saporito, squisito, delicato, l'ho fatto fuori in 2 bocconi.

Mi sposto dall'altro lato del ponte dove sono attratto da questo barcone ancorato al molo, che ondeggiava per le onde del mare e al suo interno era allestita una cucina dove preparavano panini e altro ancora, una vera fatica lavorare in quel modo, però molto particolare.
Nei pressi una grande piazza con molte bancarelle ed avendo sete mi fermo in una di queste, prendendo qualcosa che il venditore non è riuscito a spiegarmi in inglese di cosa si trattasse. Era il Salgam Suyu, un dissetante succo di rapa rossa acido e servito freddo.
Risalgo verso la torre Galata e da li proseguo per Istiklal Caddesi. Erano le 18 passate e la via era particolarmente affollata. Faccio un giro in qualche stradina interna, tra cui Nevizade, una strada pedonale su cui si affacciano numerose meyhanes, le taverne turche.





La via è molto vivace e lo è resa ancor di più dalla musica in sottofondo, dalle risate calorose e dai ristoratori che cercano di accaparrarsi più clienti possibili.
Rientro sulla Istiklal e proseguo fino ad arrivare a casa, passando da piazza Taksim, Osmanbei e Sisli, altri 8 km.
In totale quel giorno senza rendermene conto avevo percorso la bellezza di quasi 20 km, visitando 2/3 della città, quindi per chi avesse fiato e per chi volesse, la cosa è fattibile.


Il terzo giorno non ero più solo, la mia ragazza aveva il giorno libero, e dopo aver fatto una colazione bomba con uova strapazzate siamo usciti con meta Sultanhamet.
Abbiamo preso la metro da Sisli fino a Tunel e da qui a piedi fino al ponte Galata. In fondo a sinistra c'è la fermata del tram 1 che ci ha portati, passando per la città vecchia, di fronte al Gran Bazar, uno dei più grandi e antichi mercati coperti del mondo. Ci si può arrivare anche a piedi, una volta attraversato il Ponte Galata, passare per la via delle Spezie, Taksim Sk., e da li seguire le indicazioni. Tutta l'area che si sviluppa intorno e nelle vie adiacenti è praticamente un mercato, negozi su negozi, un'infinità.
Arrivati davanti all'ingresso del Gran Bazar, entriamo e proseguiamo senza seguire un preciso percorso, cosa tra l'altro impossibile e impensabile, vale la pena, in ogni caso, girarlo cosi, lasciandosi trascinare dall'istinto e dalla curiosità.
E' un vero e proprio labirinto, ci sono più di 60 stradine e altrettanti passaggi, 5000 negozi e laboratori artigiani che attirano ogni giorno dai 250000 ai 400000 visitatori, quindi potete immaginare il caos che ci possa essere. Le vie sono fondamentalmente suddivise in base al tipo di merce che viene venduta, spezie, tappeti, antiquariato, gioielli, argento, tessuti, narghilè, si trova veramente di tutto.
Verrete sopraffatti dai colori, dai profumi, dalla confusione e dai venditori che proveranno insistentemente a contrattare. Però a differenza di quello che si possa pensare il Gran Bazar non è il luogo più economico, ma l'unica possibilità che si ha per ottenere un prezzo accettabile e contrattare con i rivenditori, fino alla fine.
E comunque un'esperienza da non perdere, anche se oramai è diventata un'attrazione prettamente turistica e di conseguenza perde di originalità, a mio parere.
Il Gran Bazar è aperto tutti i giorni, tranne la domenica e festivi, dalle 08:30 alle 19. In un paio d'ore lo si può girare tutto.

Ci spostiamo a piedi verso le Moschee che si trovano a circa 1 km di distanza e lungo la strada ci fermiamo davanti ad un ambulante. Sul suo carrello si trovava un grande contenitore di rame fumante, all'interno del quale c'era una bevanda particolare, l'Hakiki Sahlep o semplicemente Sahlep. Si tratta di una bevanda cremosa fatta da una farina di Sahlep (ricavata da tuberi essiccati di orchidee selvagge), latte, zucchero, miele ed estratto di vaniglia. Viene servito molto caldo e con una spolverata di cannella, ideale per riscaldarsi un po' soprattutto durante le giornate fredde.
Era veramente bollente, infatti mi ero leggermente bruciacchiato la
lingua, quindi da bere con calma e soffiare più possibile.
Camminiamo ancora un po' e ci troviamo davanti la Basilica si Santa Sofia, AyaSofya Hurrem, costruita come chiesa Bizantina poi divenuta una moschea Ottomana ed infine resa un museo per volontà di Ataturk. Questi passaggi la rendono unica nel suo genere.
Una struttura architettonica imponente, straordinaria la sua cupola, una delle più grandi del mondo, all'interno una maestosa bellezza con le sue decorazioni, lo scintillio del lampadari, dell'oro e i medaglioni con le scritte in arabo. Un posto che incanta, vale veramente la pena visitarla, anche se vi potrebbe capitare di fare un'ora in coda, è aperta tranne il lunedì, dalle 9 alle 17, al costo di 30 TL.
Proseguiamo e ci dirigiamo di fronte verso la Sultanhamet Camii, una delle più importanti moschee di Istanbul conosciuta anche come la Moschea Blu per le sue meravigliose maioliche di Iznik presenti nella cupola e nelle pareti interne, costruita con lo scopo di superare la bellezza di AyaSofya.
Esternamente è monumentale, sinuosa, con una serie di cupolee con 6 svettanti minareti. Il suo interno è molto  raffinato, sacrale, con decine di lampade che scendono dall'alto a formare cerchi di luce molto suggestivi a cui si aggiunge la luce fornita dai riflessi blu-azzurri delle piastrelle.
Tutto il pavimento è interamente coperto da tappeti. All'ingresso c'è un servizio che fornisce dei foulard alle donne per coprire il capo, e teli per coprire spalle e gambe e braccia se queste sono scoperte, bisogna togliersi anche le scarpe e portarle con se in alcune buste che vengono appositamente consegnate, abbastanza frequente in quasi tutte le moschee.
E' aperta tutti i giorni ma inaccessibile durante gli orari di preghiera, che si possono consultare in questa tabella.
Dopo aver visitato anche questa moschea facciamo un giro nei dintorni ed entriamo nel cortile d'ingresso del Palazzo Topkapi, residenza dei sultani ottomani.
L'ingresso è a pagamento e noi facciamo un semplice giro lungo questo cortile, dove nei pressi della porta imperiale (ingresso principale) si erge la Fontana di Ahmed III, una struttura riccamente ornata, molto attraente. In fondo una vista panoramica sul bosforo e sul lato europeo.
A questo punto prendiamo il tram e rientriamo nel quartiere Galata, fermandoci di tanto in tanto in qualche pasticceria, tutto sembrava appetitoso.
Continuiamo sulla Istiklal Caddesi e ci fermiamo in un bar a mangiare un'altro piatto tipico, il Kumpir, un'enorme patata al forno ripiena di tutto, a seconda dei gusti: olive, pomodori, wurstel, mais, sottaceti, couscous, cipolle, insalata russa altro ancora, una bomba!
Finito lo spuntino torniamo a casa ed io preparo il mio zaino, alle 23:20 avevo il volo con la compagnia Pegasus per Izmir e quindi per le 18 avrei dovuto prendere l'autobus da Taksim per l'aeroporto, era l'inizio della mio piccolo tour nell'entroterra della Turchia.


Istanbul è una città bellissima, non pericolosa, ricca di storia e cultura, fascino e mistero, una città che regala un'infinità di panorami, un paradiso dello shopping, un punto d'incontro di culture, civiltà, continenti, aperta a mentalità diverse, unica.
A mio avviso, i quartieri  da non perdere sono  Galata, Ortakoy, Besiktas e Sultanhamet e per chi amasse lo shopping di lusso Nisantasi. L'ideale sarebbe visitare la città a piedi, anche se è immensa, ma vi ogni angolo della città nasconde qualche sorpresa.
Vi consiglio di assaggiare un panino con pesce al ponte Galata, il Kumpir, di bere un Sahlep e i loro dolci, non lasciateveli sfuggire.

INFO UTILI
Se dovete acquistare dei biglietti con compagnie di Autobus potete trovare gli uffici delle principali agenzie, Metro, Pamukkale, KamilKoc, Ulusoy, in zono Taksim, esattamente di fronte al Park Bosphorus Hotel sulla Inonu Caddesi, oppure in zona Besiktas lungo la Barbaros Blv.
Per quanto riguarda il cambio non abbiate fretta, ci sono molti punti Exchange con tassi di cambio tra diversi, quindi armatevi di pazienza e scegliete quello migliore, al massimo cambierete qualcosa all'arrivo in aeroporto o stazione degli autobus.


TRASPORTI
NON NOLEGGIATE NESSUNA AUTO, prendetelo come un comandamento, ad Istanbul sarebbe pure follia pensare di circolare in auto, si rischia di rimanere intrappolati nel traffico per ore percorrendo qualche centinaia di metri ad ora.
Per chi volesse utilizzare i mezzi pubblici, deve sapere che non esistono biglietti giornalieri o settimanali, ma solo uno mensile riservato però esclusivamente ai cittadini turchi. Per accedere sui diversi mezzi pubblici dovrete acquistare un Gettone al costo di 4 TL presso delle macchinette o chioschi situati appositamente nei pressi di ogni fermata, gettone che però consente un solo accesso e per ogni cambio dovrete acquistarne un'altro. C'è la possibilità di acquistare una tessera con un carnet di 3 viaggi al costo di 10 TL, oppure acquistate la Istanbul Kart, pagando un deposito di 6 TL, grazie alla quale si risparmia innanzi tutto sul prezzo della singola corsa pagando 2,15 TL. Inoltre ogni qualvolta si effettua un cambio si ha uno scontro a scalare, da 1,45 a 1,15, potendo effettuare 5 cambi in 2 ore. Si ricarica facilmente negli stessi chioschi oppure tramite le macchinette citate.
L'unica eccezione è rappresentata dagli Autobus, per i quali si deve acquistare un biglietto elettronico (4 TL), valido tra l'altro anche per gli altri mezzi pubblici. E' possibile anche acquistare un biglietto per due corse al costo di 7 TL, 5 corse 15 TL, 10 corse 28 TL.

                                                               Pamukkale e Hierapolis >